
In una via vicino al centro di Milano, tra il via vai dei passanti e il profumo inconfondibile del caffè italiano, c’è un’insegna che attira l’attenzione: “Didone de Carthage”. È qui che un giovane tunisino racconta, attraverso piatti ricchi di sapori e tradizione, una storia di sacrificio e amore per le proprie radici.




Nader Lazrag, 21 anni, è nato in Italia da genitori tunisini originari di Mareth, nel sud della Tunisia. Nonostante appartenga alla seconda generazione di tunisini in Europa, il legame con la sua terra non si è mai spezzato. Il merito, dice lui stesso, è dei suoi genitori che hanno insistito perché imparasse il dialetto tunisino e mantenesse vive le tradizioni di famiglia.
Fin da giovane, Nader non ha conosciuto una vita comoda. Ha iniziato a lavorare presto: prima nei cantieri edili, poi nei bar e nei ristoranti. Queste esperienze lo hanno reso determinato e gli hanno insegnato il valore del sacrificio. Parallelamente non ha trascurato gli studi, conseguendo il diploma in economia e dedicandosi all’apprendimento delle lingue: francese, inglese e spagnolo. Grazie a queste competenze ha lavorato per un breve periodo come traduttore in un’azienda spagnola, ma il suo vero sogno era altrove… in cucina.


È così che Nader è tornato a Milano con un’idea precisa: aprire un ristorante tunisino che potesse far conoscere agli italiani e agli stranieri i sapori autentici del suo Paese. Poco a poco, “Didone de Carthage” è diventato un nome apprezzato, famoso per gli antipasti tipici tunisini e per i piatti che uniscono tradizione e presentazione moderna.
Oggi Nader non considera il suo ristorante solo un’attività commerciale, ma uno spazio che porta un po’ di Tunisia nel cuore di Milano. “Attraverso i nostri piatti – racconta spesso agli amici – voglio che la gente assapori una parte della storia tunisina e senta il calore dell’ospitalità che ci contraddistingue.”
Così, Nader Lazrag scrive un nuovo capito tra le storie di successo dei tunisini all’estero: quella di un giovane che, grazie al duro lavoro e all’amore per le proprie radici, è diventato un vero ambasciatore della cucina tunisina in Italia.